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lunedì 24 settembre 2012

DIFENDO LA SCUOLA PUBBLICA


QUARANTA ANNI DI MILITANZA ATTIVA A SCUOLA  

sassolini da togliere


Paolo Poli  legge Pinocchio per la scuola pubblica
http://youtu.be/2lG5GSmCt1k


Negli ultimi anni il  mondo della scuola  (pubblica) è cambiato  e non certo in meglio.  
                                   
Parlo per esperienza diretta, 40 anni di servizio attivo. 


 




Riforme e controriforme in atto, penuria di fondi, una modalità diversa e  aggressiva  di rapportarsi dei genitori con i docenti, la fragilità psicologica sempre più palpabile degli alunni l’hanno messa, per così dire, in ginocchio.
Considero la scuola pubblica il microcosmo più fedele della società, il banco di prova di ogni ipotesi di comunità, il luogo in cui si creano le condizioni della integrazione, dello scambio culturale, della formazione e della costruzione di speranza, della acquisizione di senso esistenziale.

Di conseguenza, mi ha fatto riflettere la lettera, apparsa in una rivista, di Luigi Del Prete, vecchio precario della scuola di Palermo:
 Non esiste altro luogo oltre la scuola pubblica in cui le questioni fondamentali del nostro tempo (migranti, senza casa, disagio giovanile, sperequazione sociale, periferie, legalità, convivenza civile) sono tutte presenti in una spiazzante contemporaneità e allo stesso tempo desolante. A scuola ogni giorno si incontrano alunni, docenti, genitori; è il luogo in cui si mescolano 'fisicamente' tutte le 'marginalità costrette' del nostro tempo, in cui la legalità può essere non insegnata ma acquisita, in cui la rabbia per la nostra terra violentata può diventare conoscenza e non rassegnazione...


Ho sempre difeso la scuola pubblica come genitore, docente, dirigente, perché mi riconosco nei
valori sanciti dalla Costituzione:  
art.3: La scuola è aperta a tutti.
art.33: Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.
La realtà è diversa.
Le scuole private ricevono finanziamenti dallo Stato, da tempo, a scapito della scuola pubblica che ne ha  sempre meno; in compenso per quest’ultima aumenta il n° alunni per classe (classi pollaio),si riorganizzano orari (settimana corta), in barba ai  tempi psicologici dell'apprendimento. 

Vogliamo continuare ?
Il recentissimo Rapporto su sicurezza, qualità degli edifici scolastici presentato da Cittadinanzattiva  a Roma riporta: 
"L'impressione generale che emerge dallo studio è che i servizi didattici siano considerato come meri accessori, cioè' di essi gli studenti devono farne tristemente a meno.
Il 46% degli edifici monitorati infatti non ha una palestra al proprio interno, in un terzo dei casi i cortili sono usati come parcheggio, un terzo delle scuole non è dotato di aule computer e quasi la metà è priva di laboratori didattici.
Quanto alle mense sono presenti solo in una scuola su tre. 
Palestre e cortili, laddove ci sono, poi, risultano in cattive condizioni. Le palestre presentano  nel 17 % dei casi segni di fatiscenza,  distacchi di intonaco nel 7%, sono senza spogliatoi nel 18%, hanno attrezzature danneggiate nel 13%, mancano di cassetta di pronto soccorso in un caso su tre (34%).  
 I cortili hanno pavimentazione sconnessa nel 44% dei casi, rifiuti non rimossi nel 12% e nella stessa    percentuale presentano barriere architettoniche".

Avete preso nota?

I cambiamenti peggiorativi nella scuola hanno segnato il mio 'vissuto' lavorativo.
Ho incominciato a insegnare a 19 anni (sono stata fortunata rispetto ai miei figli ora). Correva l'anno 1971; nel 1974  si sono introdotti gli organi collegiali.
Ho visto con entusiasmo la riforma dei decreti delegati perché ho sempre creduto, come credo  tuttora, nella attiva partecipazione dei genitori, nella trasparenza della scuola, nella corresponsabilità educativa ,  nella chiarezza dei criteri valutativi .


Purtroppo, i decreti delegati si sono rivelati una scatola vuota; da una parte l’incidenza nella vita della scuola è diventata da parte dei genitori invadenza in ambiti didattici non di propria competenza, dall’altra l’esasperato garantismo sindacale per il personale ha  appiattito i meriti e non ha focalizzato quello che è la scuola, un servizio per gli alunni .


 Ho iniziato la mia carriera come maestra unica; pochi anni ma sufficienti per capire che lavorare con altri colleghi era più produttivo per i miei alunni: la soluzione adottata è stata la sperimentazione delle ‘classi aperte’(io offrivo la mia 'passione' per canto, teatro, ginnastica; in cambio chiedevo per i miei alunni supporto per discipline che non amavo quali disegno e attività manuali ) .

Sono stata professoressa di lettere alla scuola media  di Montorso, nelle sezioni a tempo prolungato. 
Ho condiviso positivamente con gli alunni esperienze di  danza, giornalino scolastico e ho portato avanti le battaglie per il sostegno al tempo pieno, con una minoranza di insegnanti (ironia della sorte, quindici anni dopo dirigevo quella stessa scuola perdendo, per 'tagli all'organico assegnato', nel corso degli anni il tempo prolungato) .

Sono diventata , a 29 anni, nel 1981, superando il concorso nazionale (oggi è regionale), direttrice didattica nel secondo circolo di Arzignano.
Quattro anni dopo, nell'anno 1985 l’avvio nella scuola elementare dei nuovi programmi ha  introdotto la formula organizzativa del team (gruppo di tre ) al posto di un solo  docente.   
Ho accolto con convinzione la cosiddetta formula; a Montecchio Maggiore 1 circolo dove mi sono trasferita (dal 1989 al 2002 ) ho realizzato i più bei progetti nazionali, europei, proprio con il gruppo di docenti della scuola elementare e materna  (adesso si chiamano scuola primaria e scuola d'infanzia) )         
                                                      
  Pubblicazione presentata pubblicamente  nel 2001 a Montecchio  Maggiore
 Ho sempre esaltato le competenze dei docenti per cui non potevo non vedere gli aspetti positivi di una  equipe di lavoro.
              
Ecco perché il ritorno al passato, ora, per risparmiare organici, non ‘regge’ dal punto di vista qualitativo del servizio scuola .

 Ho vissuto il passaggio alla scuola autonoma nel 2000, illudendomi che la scuola pubblica potesse
veramente diventare soggetto propositivo, non mero esecutore di leggi e circolari spesso retrograde. C'è stato tuttavia il disincanto (riforme 'targate'  Moratti e  Gelmini).
 La riduzione degli organici (non  quelli di religione cattolica) con la ridefinizione dei criteri di dimensionamento delle scuole, la trasformazione dell’orario di insegnamento e razionalizzazione delle classi di concorso, la diminuzione degli insegnanti specialisti per le lingue straniere nelle elementari... così come sono state impostate sono state, a nostro parere, solo misure dettate per ridurre la spesa nella scuola  pubblica, non per aumentare la qualità. 
Ogni scuola così ha dovuto inventare nuove strade e nuove strategie in una logica non di miglioramento ma di sussistenza e sopravvivenza.

E’ una scuola in  sofferenza oggi, demotivata, una scuola piena di assilli  burocratici che si sta avvitando su se stessa, sommersa da ludi cartacei, tra sofismi e bizantinismi che ne imprigionano  l'anima.

Ho  vissuto il cambiamento dei rapporti tra scuola  e famiglie  e lo stesso cambiamento dei ragazzi  
La nostra società soffre di un deficit educativo. 
Le famiglie sono sempre più in difficoltà relazionale con i figli .
I ragazzi, per la maggior parte, vivono un tempo vuoto di relazioni e pieno di tecnologica, si dedicano a svaghi solitari, a rapporti virtuali, sovraccarichi di oggetti ma privi di attenzione e dialogo.
Insomma , come ho scritto più dettagliatamente in un altro post , abbiamo lasciato intere generazioni senza padri né maestri

http://donataalbiero.blogspot.it/2012/08/httpyoutu.html


Per questo, siamo ora tutti chiamati, ad assumerci le
responsabilità, ciascuno secondo le modalità proprie: la famiglia, la scuola, le istituzioni educative. 

Si tratta di una  scommessa.


La scuola deve dare le chiavi di comprensione del reale ai ragazzi: dalla testa piena alla testa ben fatta.


In una lettera aperta inviata agli amministratori comunali "La scuola  di tutti”, li invito  all'esigenza di esperire modalità e attori per garantire il recupero dei casi difficili 'extra moenia'
                        
"Riteniamo di non poter abbandonare tanti  ragazzi all’assenteismo delle famiglie o alla loro incapacità educativa ...

 Non possiamo lasciar soli i docenti  in questo  difficile compito di recupero; senza un eguale impegno  all’esterno della scuola da parte delle altre Istituzioni tale lavoro è  destinato al fallimento. 
 E‘ pertanto necessario uno sforzo comune di tutti gli Enti territoriali che affianchino la Scuola..., al di fuori delle ore scolastiche, per recuperare alla dignità di cittadino chi marcia verso la emarginazione e la devianza. E' un compito difficile, ma necessario, che riguarda alunni stranieri e italiani, per i quali la semplice repressione non è altro che un acceleratore verso la loro definitiva uscita dal consorzio civile “.

 Naturalmente ognuno di noi  deve dare il suo contributo attivo e responsabile

Così ritengo di aver agito.
La targa di merito alla scuola Giuriolo  consegnata nel 2011 dal Prefetto di Vicenza, la medaglia simbolica donatami dall’Unicef nel 2012, le attestazioni di stima della direzione regionale del Veneto e dell'Ufficio provinciale di Vicenza sono la risposta professionale agli attacchi politici, esclusivamente all’insegna di partito, ricevuti  due anni fa ad Arzignano, quale  dirigente buonista” per la quale si sarebbe dovuto esercitare “tolleranza zero”. 
Il mio torto? Aver protetto, nella loro privacy, ragazzi additati, tra l’altro senza prove, quali delinquenti e/o bulli, contro ogni qualunquismo e  giustizialismo.   
Non mi sono mai piegata ai politici di turno: ritengo  che il compito della scuola sia quello di educare e  formare ogni alunno che accoglie, non quello di punire e cacciare. 
Agli inquirenti...i compiti giudiziari.  

Ora il mio impegno è il volontariato nell'UNICEF
Con tale organizzazione internazionale che difende i diritti dei minori nel mondo, ho collaborato  come dirigente scolastica e la media G. di Arzignano ha ricevuto l'attestato di ‘scuola amica’.          
Delegata per la scuola dal Comitato  di VI,  porterò avanti i progetti con  Scuole e Comuni della zona
 disponibili . 


Un rammarico nella mia carriera professionale: non essere riuscita a far diventare la scuola Giuriolo 'Ente Accreditato per la Formazione' dalla Regione Veneto. E’ mancato il requisito primo per poter aspirare a tale traguardo: edificio a norma di sicurezza. Un problema la cui risoluzione tocca , per legge, al comune; un problema sollevato anche con la amministrazione precedente nel 2004, un problema ancora persistente.  

Ciò rimanda a quello che accade a livello nazionale … ultimo mio sassolino da togliere.
 Il 30% degli edifici scolastici non ha la  certificazione di agibilità statica ed è a rischio di crollo.
Una trasmissione di qualche anno fa, La scuola fallita di Riccardo Iacona, ci diede conto visivamente dello stato di degrado inaccettabile in cui versano molti edifici pubblici .
Da allora le cose non sono cambiate:  si è spostata l’attenzione su altro,  meno impegnativo e di maggiore impatto mediatico (scuola digitale, registri elettronici, lim),  in attesa della prossima (macabra) documentazione dell’incuria nei confronti di chi sta crescendo . 

Alla prossima ondata di indignazione  collettiva e passeggera, dunque.

Intanto, come cittadina, insieme a chi si riconosce,  mi impegno per una città vivibile, a misura dei bambini.
http://donataalbiero.blogspot.it/2012/09/a-muso-duro.html

Donata Albiero                   


Approfondimenti


Studenti in piazza, impariamo da loro
http://donataalbiero.blogspot.it/2012/10/studenti-in-piazza-impariamo-da-loro.html
 
  
Quando  il tempo era disteso
http://donataalbiero.blogspot.it/2014/10/quando-il-tempo-scuola-era-disteso.html










 





 


      



       



lunedì 17 settembre 2012

SIAMO CIO' CHE FACCIAMO

FATTI... NON PAROLE    


La bambina  che zittì il  mondo  per  sei minuti
I giovani possono insegnare agli adulti 

 All'età di 9 anni, Cullis-Seven,  mentre frequentava la scuola elementare di Lord Tennyson, fondò l'Environmental Children's Organization (ECO), un gruppo di bambini interessato a sensibilizzare i propri coetanei verso le problematiche ambientali. 

EDUCAZIONE AMBIENTALE NELLA SMS GIURIOLO DI ARZIGNANO 


Nel 1992, all'età di 12 anni, Cullis-Suzuki raccolse fondi sufficienti per partecipare al Vertice della Terra a Rio de Janeiro.  Con i membri del gruppo Michelle Quigg, Vanessa Suttie e Morgan Geisler, la Cullis-Suzuki con un discorso appassionato presenta le questioni ambientali dal punto di vista dei giovani, è stata poi applaudita dai delegati.

 Il video è diventato una sorta di messaggio virale, popolarmente conosciuto come "La ragazzina che zittì il mondo per 6 minuti", un fortissimo atto di accusa ed un monito per tutti noi, al nostro disimpegno e  indifferenza, mentre restiamo a guardare che il pianeta muore e nessuno fa niente per cambiarlo.

Sono passati 20 anni da allora, anno1992; il discorso di quella bambina dovrebbe essere ripetuto ogni giorno ai governanti, agli esperti, agli economisti, ai politici, ai cittadini responsabili, perché non si dimentichino le loro responsabilità.

Il  video fortemente educativo  è da diffondere  nelle scuole per farlo ascoltare ai nostri giovani, con l’obiettivo di smuovere le coscienze di tutti.
Ecco, indimenticabile, la sua accusa:
 “Buonasera, sono Severn Suzuki e parlo a nome di ECO (Environmental Children Organization). Siamo un gruppo di ragazzini di 12 e 13 anni e cerchiamo di fare la nostra parte, Vanessa Suttie, Morgan Geisler, Michelle Quaigg e me.
 
 Abbiamo raccolto da noi tutti i soldi per venire in questo posto lontano 5000 miglia, per dire alle Nazioni Unite che devono cambiare il loro modo di agire.

Concorso interno alla media Giuriolo di Arzignano  a.s. 2010/11-
 Raccolta differenziata a scuola  
Venendo a parlare qui non ho un’agenda nascosta, sto lottando per il mio futuro. Perdere il mio futuro non è come perdere un’elezione o alcuni punti sul mercato azionario.
Sono a qui a parlare a nome delle generazioni future.
Sono qui a parlare a nome dei bambini che stanno morendo di fame in tutto il pianeta e le cui grida rimangono inascoltate.
Sono qui a parlare per conto del numero infinito di animali che stanno morendo nel pianeta, perché non hanno più alcun posto dove andare.
Ho paura di andare fuori al sole perché ci sono de buchi nell’ozono, ho paura di respirare l’aria perché non so quali sostanze chimiche contiene.
Ero solita andare a pescare a Vancouver, la mia città, con mio padre, ma solo alcuni anni fa abbiamo trovato un pesce pieno di tumori.

E ora sentiamo parlare di animali e piante che si estinguono, che ogni giorno svaniscono per sempre.
 Nella mia vita mia ho sognato di vedere grandi mandrie di animali selvatici e giungle e foreste pluviali piene di uccelli e farfalle, ma ora mi chiedo se i miei figli potranno mai vedere tutto questo.  Quando avevate la mia età, vi preoccupavate forse di queste cose? Tutto ciò sta accadendo sotto i nostri occhi e ciò nonostante continuiamo ad agire come se avessimo a disposizione tutto il tempo che vogliamo e tutte le soluzioni. Io sono solo una bambina e non ho tutte le soluzioni, ma mi chiedo se siete coscienti del fatto che non le avete neppure voi.
Non sapete come si fa a riparare i buchi nello strato di ozono, non sapete come riportare indietro i salmoni in un fiume inquinato, non sapete come si fa a far ritornare in vita una specie animale estinta, non potete far tornare le foreste che un tempo crescevano dove ora c’è un deserto.
Se non sapete come fare a riparare tutto questo, per favore smettete di distruggerlo.
Qui potete esser presenti in veste di delegati del vostro governo, uomini d’affari, amministratori di organizzazioni, giornalisti o politici, ma in verità siete madri e padri, fratelli e sorelle, zie e zii e tutti voi siete anche figli.
Sono solo una bambina, ma so che siamo tutti parte di una famiglia che conta 5 miliardi di persone, per la verità, una famiglia di 30 milioni di specie. E nessun governo, nessuna frontiera, potrà cambiare questa realtà.
Sono solo una bambina ma so e dovremmo tenerci per mano e agire insieme come un solo mondo che ha un solo scopo. La mia rabbia non mi acceca e la mia paura non mi impedisce di dire al mondo ciò che sento.
Nel mio paese produciamo così tanti rifiuti, compriamo e buttiamo via, compriamo e buttiamo via, compriamo e buttiamo via, e tuttavia i paesi del nord non condividono con i bisognosi.

Anche se abbiamo più del necessario, abbiamo paura di condividere, abbiamo paura di dare via un po’ della nostra ricchezza. In Canada, viviamo una vita privilegiata, siamo ricchi d’acqua, cibo, case abbiamo orologi, biciclette, computer e televisioni.
La lista potrebbe andare avanti per due giorni.
Due giorni fa, qui in Brasile siamo rimasti scioccati, mentre trascorrevamo un po' di tempo con i bambini di strada.
Questo è ciò che ci ha detto un bambino di strada: “Vorrei essere ricco, e se lo fossi vorrei dare ai bambini di strada cibo, vestiti, medicine, una casa, amore ed affetto”.
Se un bimbo di strada che non ha nulla è disponibile a condividere, perché noi che abbiamo tutto siamo ancora così avidi?
Non posso smettere di pensare che quelli sono bambini che hanno la mia stessa età e che nascere in un paese o in un altro fa ancora una così grande differenza; che potrei essere un bambino in una favela di Rio, o un bambino che muore di fame in Somalia, una vittima di guerra in medio-oriente o un mendicante in India.
Sono solo una bambina ma so che se tutto il denaro speso in guerre fosse destinato a cercare risposte ambientali, terminare la povertà e per siglare degli accordi, che mondo meraviglioso sarebbe questa terra!
A scuola, persino all’asilo, ci insegnate come ci si comporta al mondo. Ci insegnate a non litigare con gli altri, a risolvere i problemi, a rispettare gli altri, a rimettere a posto tutto il disordine che facciamo, a non ferire altre creature, a condividere le cose, a non essere avari. Allora perché voi fate proprio quelle cose che ci dite di non fare?  Non dimenticate il motivo di queste conferenze, perché le state facendo?
Noi siamo i vostri figli, voi state decidendo in quale mondo noi dovremo crescere.
I genitori dovrebbero poter consolare i loro figli dicendo: “Tutto andrà a posto. Non è la fine del mondo, stiamo facendo del nostro meglio”.
Ma non credo che voi possiate dirci più queste cose.
Siamo davvero nella lista delle vostre priorità? Mio padre dice sempre siamo ciò che facciamo, non ciò che diciamo.
Ciò che voi state facendo mi fa piangere la notte.
 Voi continuate a dire che ci amate, ma io vi lancio una sfida: per favore, fate che le vostre azioni riflettano le vostre parole.”

E’ cambiato qualcosa da allora ?

La risposta la dà una altra ragazzina in una lettera pubblicata da The best advice nel 2011.
“… Nel 1992, una dodicenne zittì per sei minuti il mondo mostrandogli solo la verità che fino ad allora si poteva cambiare. Quella ragazza era Severn Suzuki.
Ora dopo 19 anni vi chiedo pochi minuti del vostro tempo per aprire gli occhi.
… Se non potere far tornare indietro il tempo e ridarci quello che avete preso vorrei che l’umanità si accontentasse di ciò che ha già.
Potete essere di diverse razze, potete essere ricchi o poveri, potete essere istruiti o meno, potete essere re o mendicanti ma siete tutti umani.  Siete tutti figli e genitori. Siete figli di chi ha vissuto per regalarvi il mondo siete genitori di chi verrà dopo di voi, ed è questo che ci volete lasciare?  Volete che le vostre colpe ricadano su di noi?  Guardate i vostri figli, nipoti, cugini, fratelli, siete sicuri che è questo che volete per loro?
Io sono solo una ragazzina ma so che non è questo il mondo in cui voglio vivere.

  Un mondo in cui si fa la guerra per la pace.
 Un mondo in cui il colore della pelle resta ancora più importante di quello degli occhi.
Un mondo in cui ci sono mille religioni ma nessuna viene praticata per bene.
Un mondo in cui chi è ricco non è abile a dare... 
Io sono solo una ragazzina ma so che questo è sbagliato.
Tu stai decidendo in quale mondo io devo vivere. 


Siamo quello che facciamo, non quello che diciamo di fare.   

Riflettiamo come adulti:genitori, docenti, cittadini.
Siamo responsabili, anche nelle scelte locali. 
Dibattiamo, interveniamo, decidiamo insieme  quali sono le priorità per un mondo ‘vivibile’ da offrire ai nostri figli, ai nostri allievi, ai nostri ragazzi.   

Ognuno può , nel  suo piccolo, quotidianamente.
http://donataalbiero.blogspot.it/2012/09/a-muso-duro.html



Donata Albiero             

domenica 9 settembre 2012

LA STORIA SIAMO NOI


“... ATTENZIONE, 
nessuno si senta escluso.. siamo noi che abbiamo tutto da vincere o tutto da perdere" 


 La storia siamo noi  http://youtu.be/xMXi9ftO4kI


Il mondo è cambiato. Eccome.

"Con la rivoluzione di internet, con le paure ancestrali del diverso, con le crisi economiche. Spiega Dominique Moisi, in un bellissimo saggio, dal 12.9.2011 (caduta delle TORRI GEMELLE ) viviamo in un mondo che si fonda sullo scontro tra emozioni.
La geopolitica delle emozioni è dominata della cultura della paura incarnata nel nostro mondo occidentale, dal senso di umiliazione che muove la rabbia del mondo musulmano e della speranza nel futuro caratteristica, oggi, della parte asiatica del mondo.
Tre spinte, tre forze contrapposte che sono troppe per un pianeta solo, che peraltro si fonda su un altro grande e dirompente principio dinamico: quello, unidirezionale, del Nord del pianeta che spinge, purtroppo non accompagnando ma sfruttando e schiacciando, il Sud del mondo".

La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso.. siamo noi che abbiamo tutto da vincere o tutto da perdere” cantava De Gregori.

Bisogna scommettere sull'educazione; essa è il futuro , la speranza di ....un futuro. 

La scuola Giuriolo, anni e anni,  ha marciato con i suoi studenti a  Barbiana ...per non dimenticare l'insegnamento di un prete scomodo che voleva una scuola di tutti e per tutti .



Il sindaco di Vicchio,   Elettra Lorini , è venuto a Arzignano per la  presentazione del libro della scuola  "Una Barbiana per nuovi Italiani " dedicato a don Milani.    
   
 'I  CARE'  ( MI IMPORTA )  
                                                                    fu il motto che la scuola Giuriolo ha  attuato con i  suoi studenti  


 Nella prefazione alla pubblicazione, datata 2007, “ Le richieste silenziose dei preadolescenti”,  il dott. Franco  Venturella, dirigente dell'USP di Vicenza, ricordava, che il  Rapporto della Commissione Delors  'Nell’educazione, un tesoro', invitava a scommettere sull’educativo, perché ritenuto l’investimento più importante per una società che pensa al suo futuro.

Non è stato così. 
"Il ruolo della famiglia -sostiene Venturella (ed io confermo) - è sempre più indebolito, a causa di una fragilità connessa ai rapporti di coppia e alla difficoltà di essere genitori, dal momento che genitori non si nasce, ma si diventa.
Ma anche le altre agenzie educative attraversano una crisi alimentata dalla precarietà e da un disagio sociale sempre più pervasivo.
Da qui la necessità di ricostruire una rete di rapporti intergenerazionali e tra istituzioni educative.

Intere generazioni sono state lasciate 'senza padri né maestri', anzi in balia della televisione 'cattiva maestra' e dall’esposizione eccessiva ad internet; o alla solitudine di rapporti virtuali e impersonali, che non costruiscono relazioni vere e significative.

Tra scuola, famiglia, parrocchia, associazionismo, realtà sociali vi è l’esigenza di stringere un patto educativo capace di dispiegare un orizzonte di valori condivisi e modalità di accompagnamento di ragazzi e adolescenti, che ripiegati sul presente in una difficile navigazione a vista, non riescono a trovare mappe di orientamento che diano senso e direzione di marcia all’esistenza.
Vi è una grande fatica da parte delle Istituzioni a mettersi in dialogo: ma vi è la consapevolezza che solo da una efficace collaborazione è possibile incidere positivamente nell’orientare le scelte. 
Oggi, da parte degli educatori si chiede un supplemento d’impegno per riuscire a comprendere il mondo degli adolescenti, sempre più difficile da esplorare: vi è una difficoltà nel decifrarne i linguaggi e gli stili di vita, spesso legati all’onda delle emozioni momentanee. 
 In fondo, gli adolescenti, attraverso il loro disagio, ci inviano segnali inquietanti di attenzione: vi è la paura di non contare, di non esistere veramente, di non essere amati abbastanza
Come adulti abbiamo rubato il futuro, distruggiamo sadicamente i sogni, li sovraccarichiamo di oggetti e di beni materiali per coprire il vuoto generato dalla mancanza di attenzione, di dialogo".

Qui sta la questione, secondo me.

Non c’è tempo per stare insieme, non c’è disponibilità a mettersi in gioco, nella vana rincorsa di un benessere materiale che rende sempre più poveri di relazioni autentiche.

Per questo, siamo tutti chiamati, anche dalla nostra cattiva coscienza, ad assumerci i nostri compiti e le nostre responsabilità, ciascuno secondo le modalità proprie: la famiglia, la scuola, le istituzioni educative e le varie forme dell’associazionismo.
Insieme, è possibile ricostruire un tessuto e una trama di relazioni per rigenerare quell’orizzonte valoriale che sta a fondamento della crescita individuale e sociale: il rispetto della persona, l’accoglienza dell’altro, la ricerca del bene comune, l’attenzione ai più deboli, l’amore per giustizia e la verità, l’edificazione di una convivenza pacifica e  solidale...
Valori presenti nella nostra Costituzione, che tutti dobbiamo contribuire a realizzare nella vita di ogni giorno, ma soprattutto radicare nella coscienza di ogni persona . 

Colgo l'occasione, perciò, di ringraziare  attraverso questo post di riflessione , tutta  la comunità scolastica della scuola Giuriolo di Arzignano che  ha saputo muoversi in tal senso promuovendo e incoraggiando nei  ragazzi il senso dell'umanità e della solidarietà     

http://donataalbiero.blogspot.it/2012/08/un-ponte-per-la-solidarieta-a.html

http://donataalbiero.blogspot.it/2012/10/arzignano-i-ragazzi-in-prima-linea-per.html



Noi ci siamo identificati nella scuola media che abbiamo guidato per dieci intensi anni, fin dall'inizio quando l'abbiamo intitolata un concittadino illustre (Antonio Giuriolo), recuperando i valori che quel concittadino incarnava, per le nuove  generazioni che deducavamo, valori profondi educativi e formativi, appunto: libertà , democrazia da esplicarsi quotidianamente  nella pace e solidarietà    



 Donata Albiero            

 
 A MUSO DURO continuerò a sostenere l' importanza di una scuola che sappia ascoltare i suoi alunni