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sabato 12 settembre 2015

CARITAS, L'ALTRO VENETO ESISTE

C'è bisogno della scuola 
Cari docenti, che ne dite, un giorno,  di iniziare la vostra giornata educativa con gli allievi proiettando questi due  videi?  


*IL TRIONFO DELLA GIOIA   PROMO
https://youtu.be/_UeeMbl22WM
  Un film documentario sull' attivismo positivo dei  "VOLONTARI DELLA GIOIA" in risposta alla  emergenza  MIGRANTI
(2015)






 *BAMBINI IN FUGA  PROMO
https://youtu.be/j0kCIZjV2Yw
  Un film di Simone Danieli (2014)















Che ne dite? Non valgono più di mille discorsi ?

E’ fresca dell’ 8 settembre, la notizia che a Castelgomberto, nel mio Vicentino, l'assemblea dei parrocchiani ha  bocciato l'ospitalità ai migranti.  Non se lo aspettava il sacerdote, sommerso da urla da stadio,  quell'"assemblea avvelenata". "Volevamo ospitare sei, al massimo dieci profughi in una canonica abbandonata da anni. Ne abbiamo discusso in assemblea . Quasi tutti hanno detto no”

Mi ero appena ripresa da un’altra notizia sconcertante, una mozione anti gender presentata da Fratelli d’ Italia, approvata dal Consiglio Regionale del Veneto: con 24 voti a favore e 9 contrari, si chiede che «la scuola non introduca ideologie destabilizzanti e pericolose per lo sviluppo degli studenti» (che riflette il pensiero omofobico). Si invita anche ad introdurre nelle scuole “dei corsi di esaltazione dell'eterosessualità”, ad
indottrinare i ragazzi sul presunto “valore e la bellezza della differenza sessuale e della complementarietà biologica, funzionale, psicologia e sociale che ne consegue”. 

Ad aggiungere una altra chicca, ci aveva pensato il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro  che ha stilato una lista nera  dei  libri da bandire dalle

scuole del Comune, in quanto, a suo dire, osavano  trattare l’argomento della differenza di genere, libri che io come dirigente scolastica ed educatrice di professione  avevo  tutti  acquistato per le scuole che ho diretto negli anni, per la loro delicata sensibilità nel trattare temi fondamentali alla crescita dei bimbi quali l’amicizia, la cooperazione, il  rispetto di ogni individuo indipendentemente dal colore della pelle, del credo religioso,  della differenza di genere.


VENETO razzista, Veneto omofobo?
 Ti viene da urlare che sì sì sì il Veneto lo è.                                  

E pensi al proclama del sindaco Bitonci per quanto riguarda i profughi a Padova: "Stop all'accoglienza dei migranti, anche se minori e soli"; alla dichiarazione del presidente della provincia di Treviso, Muraro, contro l’accoglienza ai profughi, nel corso di una trasmissione televisiva di Rete Veneta “uomini di colore  che vengono portati qui per imbastardare la razza”, solo per citare altri due recenti esempi  di inciviltà.

 
La scuola ha  sempre finora retto e respinto al mittente tali messaggi di intolleranza, di xenofobia, per quanto  due anni fa l’ istituzione di classi di soli stranieri in alcune scuole  dell’OVEST vicentino (Arzignano e Alte di Montecchio ) pubblicizzate in positivo  dalla stampa locale, erano per noi un allarme, una  scelta che contrastava  con i principi di inclusione e di confronto a cui la scuola si deve ispirare.

 
Per fortuna, ti guardi intorno e ti ricordi un giorno luminoso trascorso con amici, il 6 Agosto scorso, quando
nel corso della manifestazione per il disarmo nucleare svoltasi a Montecchio Maggiore, hai avuto l'onore di stringere la mano a don Albino Bizzotto dei Beati costruttori di Pace.

E' un uomo che riscatta le genti venete dalla vergogna delle manifestazioni di Quinto di Treviso, pilotate dalla Lega, dai gruppuscoli fascisti, e dallo squallore dei sindaci . di tutti i colori politici , , che si sono prodigati contro le prefetture per evitare di dare ospitalità a povera gente , sopravvissuta alle bombe, alla fame, al deserto , alle traversate del mare su battelli fatiscenti riempiti all'inverosimile e alle angherie dei trafficanti di uomini .              
 Don Albino rappresenta per tutti noi l'altra faccia del Veneto.
E' un uomo che da sempre si prodiga fattivamente nell'aiuto dei disperati, dei poveri, di coloro che sono perseguitati in quanto tali e che combatte invece il perbenismo, la corruzione,  ricorrendo a tutti i mezzi pacifici, compreso lo sciopero della fame .
   E’ un prete instancabile che  ci ha trascinato alla sua  “Cena  per tutti” , a Padova, il 6 settembre 2015, con la partecipazione di una sessantina di associazioni, di 150 volontari,  in cui , ha rivolto  parole di apertura, invitando ad accogliere l'altro, allo stare insieme, al dare.
  Rappresenta il Veneto in cui voglio identificarmi, il Veneto che esprime persone di grandissima umanità che lo riscattano dalla vergogna.
 
Un altro Veneto
Quello del Basso Padovano che si sta mobilitando: realtà associative, comitati, sindacati, singoli cittadini lanciano un appello alla mobilitazione, per respingere l’ondata di sentimenti razzisti e xenofobi e rilanciare percorsi di accoglienza degni di questo nome.Quello del coordinamento studentesco di Vicenza che aderisce all’ Appello di mobilitazione internazionale per fermare le stragi di migranti in mare, per l'apertura di canali umanitari, per il riconoscimento del diritto d'asilo europeo, per una
accoglienza degna e per la libertà di circolazione in Europa.    
Quello delle città Venete  che si sono mobilitate assieme ad altre 70 in Italia  "per la dignità e i diritti dei profughi"  con la   Marcia delle donne e degli uomini scalzi .
Quello della catena umana
Le Dolomiti Abbracciano  i Diritti Umani”
Quello dell'insieme di scuole che non accettano  le strumentalizzazioni politiche
e parlano di solidarietà e di pace 

http://donataalbiero.blogspot.it/2015/01/alt-assessore-donazzan.html



 A fronte di tali esempi , lasciano il tempo che trovano su facebook i commenti compiaciuti di alcuni arzignanesi rassicurati dal sindaco Gentilin che in città non arriveranno esuli stranieri .


Mi vergogno della miseria morale che viene ostentata con orgoglio da persone che si dichiarano credenti e magari fanno anche la comunione ogni domenica.
   Nella lontana Lampedusa, piccola isola che viveva di turismo, devastata dal continuo arrivo di migranti disperati, il sindaco e i cittadini si prodigano continuamente per aiutare questi infelici. Qualcuno ha proposto un premio Nobel per questa città e per la grande umanità espressa dai suoi cittadini.
     

                                 
Con Don Albino esprimo a tutti i nostri conterranei Veneti l'augurio che una scintilla di umanità illumini anche le loro coscienze.





Mi rimetto alle parole di Papa Francesco "Il mio pensiero va (...) alle Comunità che hanno saputo farsi carico di questi fratelli, evitando di volgere lo sguardo altrove. Voi annunciate la risurrezione di Cristo con la condivisione del dolore e l`aiuto solidale che prestate alle centinaia di migliaia di profughi; con il vostro chinarvi sulle loro sofferenze, che rischiano di soffocarne la speranza; con il vostro servizio di fraternità, che rischiara anche momenti tanto bui
 dell`esistenza".
              

Invito gli educatori i a tradurre le parole del papa concretamente  in progetti.

Sviluppiamo nelle giovani generazioni strumenti critici e una consapevolezza adeguata alla società globale e multietnica contemporanea, insegnando valori base quali i diritti umani, la legalità, l’importanza e il rispetto della diversità, il dialogo tra culture, l’interdipendenza reciproca e la necessità di una economia sostenibile dal punto di vista economico, sociale ed ambientale,  contemporaneamente sensibilizzando le loro famiglie e la società civile.





Diamo un volto umano alla nostra società.
La scuola ne ha la grande responsabilità culturale.  

Donata Albiero                             


Agenda  
 * Solidarietà valore irriso




martedì 1 settembre 2015

" NO GENDER" A SCUOLA E PATTO DI CORRESPONSABILITA’

Demonizzazione o rispetto dell'altro?   

Amore gay : le risposte dei bambini https://youtu.be/z_Tbmh4wsc4


Quando ero piccola e andavo alle elementari, circa 50 anni fa, sui libri di scuola,  -come ben riportato anche in un articolo apparso su Il fatto quotidiano, Eretica 2014 –

 “…si apprendeva che la famiglia era sempre composta da uomo, donna e figli. Lui tornava a casa stanco dalla guerra o dal lavoro e lei a fare la mamma e la casalinga. Se si parlava di donne a svolgere lavori retribuiti comunque ci si riferiva sempre a funzioni compatibili con il ruolo di cura, perciò sarebbero state felici di fare le maestre, le allevatrici di figli altrui. … e così, noi bimbe, crescevamo nella convinzione che da grandi avremmo dovuto essere mogli e madri, con mariti lavoratori addestrati a fare sacrifici per la patria, mantenere la famiglia e a dare ai figli giusto un bacio della buonanotte.   

La scuola non contemplava alcun modello di vita differente. Si propagandava a tutte le ore la dipendenza economica delle donne, l’impiego dei corpi femminili per la riproduzione e la cura, quello dei corpi maschili per il profitto e poi si spacciava come unica idea di mondo possibile la cultura etero/patriarcale”  
 
Erano frequenti la costante demonizzazione e delegittimazione di qualunque scelta differente. La donna che voleva studiare, lavorare e mantenersi da sola veniva descritta con disprezzo come “donna in carriera”, dunque egoista, priva di amore per la famiglia e anormale per la sua richiesta di asili, servizi e collaborazione nel ruolo genitoriale. L’uomo che disertava quello schema familiare, colui il quale voleva essere un genitore più presente veniva trattato come fosse un’anomalia femminea, destinato ad un girone rieducativo nel quale qualcuno gli avrebbe fatto intendere quanto fosse sbagliato non somigliare alle figurine stampate sui nostri antichi libri di scuola.

Dei gay neanche si accennava; figurarsi. Non esistevano, punto e basta. 
 
Per fortuna crescendo e sviluppando la mia autonomia sono venuta fuori da tale girone infernale .
Il libro “Dalla parte delle bambine” di E.Bellotti mi ha influenzata fin da giovane e con la nascita del mio primo figlio, per ribellione appesi davanti alla casa un fiocco bianco perché non volevo etichettare il figlio maschio con il colore azzurro, né successivamente la femmina con il colore rosa. 
Sempre mi sono opposta ai luoghi comuni, come quelli, ancora molto diffusi, secondo i quali se un ragazzo piange, è una “femminuccia”, e se una bambina vuole giocare a calcio, o alle costruzioni, è una “maschiaccia”.  Puffetti, costruzioni, giochi didattici senza alimentatori si sono alternati per entrambi i miei figli, mentre la BARBY non è mai entrata in casa di proposito, se non regalata da altri. 

 Come insegnante prima, come  direttrice didattica , alias preside , dirigente scolastica poi ho dato sempre molta importanza alla educazione al rispetto e con i docenti,  condividendo l’operazione  con il collegio dei docenti ( ruolo didattico), avvallandola   dal consiglio di istituto (aspetto finanziario) abbiamo costituito per anni, dei laboratori formativi di aggiornamento per analizzare i libri di testo, gli stereotipi sul maschile e sul femminile  perché  condizionano fin da piccoli, perché  i ruoli imposti divengono gabbie che limitano la libertà, alimentano o giustificano violenza, bullismo, disparità fra i generi e omofobia (post “Come insegnare a non uccidere le femmine” ) 

 La  scuola, per me, oltre a formare competenze e abilità, ha  l’obiettivo di rafforzare il proprio ruolo in termini di nuovo patto educativo, in cui la differenza di genere sia riconosciuta come risorsa e la lotta alle discriminazioni come un passaggio chiave per realizzare una piena cittadinanza per tutti, donne e uomini.
E’ un cambiamento culturale da perseguire.

  Purtroppo, dall’esterno, si sta demonizzando il tutto, complici anche i settori integralisti della CEI.   
(“Al Lupo Al Lupo. A scuola c’è la teoria gender )   
http://donataalbiero.blogspot.it/2015/06/al-lupo-al-lupo-scuola-ce-la-teoria.html )

La santa crociata è partita.  
  
Incriminato l’istituto  A.T. Beck, associazione scientifico-professionale di psicologi e psicoterapeuti che, tra le sue attività, si impegna a diffondere e tutelare le posizioni, da tempo condivise, della comunità scientifica nazionale e internazionale sui temi del progetto "Educare alla diversità”.

Incriminati i tre opuscoli (uno per grado di scuola) predisposti, su mandato dell’UNAR (L'Ufficio per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o sull'origine etnica )  per la realizzazione di specifici moduli didattici di prevenzione e contrasto della omofobia e del bullismo omofobico nelle scuole, con la prospettiva scientifica e non ideologica; sono opuscoli non mirano a sminuire l’importanza della famiglia tradizionale ma valorizzano anche la qualità affettiva ed educativa di famiglie omosessuali, delle quali la letteratura scientifica conferma l’adeguatezza (Patterson; Perrin; Tasker; Tasker & Golombok).

Addirittura, in questi mesi, sono girati nei social network messaggi allarmati che diffidano i genitori dal firmare il Patto di Corresponsabilità con la scuola perché consentirebbe ai docenti di “impartire lezioni gender”.   

 








Parliamo, allora, del Patto (scritto) di corresponsabilità tra Scuola e Famiglia.  
Ho sempre creduto a questo documento che ho adottato a scuola ancor prima che diventasse obbligatorio; in esso la scuola cerca la condivisione educativa tra tutti i soggetti che la compongono.

E’ una carta d’intenti di grande valore perché porta genitori, insegnanti, alunni verso un’alleanza i cui positivi effetti saranno goduti in primo luogo dagli alunni, bambini e ragazzi che hanno il diritto di crescere in un ambiente in cui le relazioni siano improntate alla fiducia ed alla serenità.

Ebbene, c’è chi vuol far credere che nel “Patto” (ogni scuola ne propone uno) sia nascosto qualche codicillo che imponga “lezioni gender” e che la scuola stia per inaugurarle.

Deve essere chiaro a tutti che l’esistenza delle lezioni gender è un’invenzione, uscita dalla fantasia di integralisti cattolici e militanti di estrema destra, convinti che la scuola si stia preparando a lanciare un nuovo modo di educare, che cerchi di convincere alunni ed alunne che non esista differenza tra maschio e femmina ed incoraggi pratiche sessuali nelle aule.


Purtroppo, si sta  facendo agli alunni, soprattutto ai più piccoli, il peggior servizio: al grido di “proteggiamo i nostri figli” i genitori 'indottrinati' stanno seminando sfiducia, diffidenza e paura,  stanno facendo male anche ai loro stessi figli.


Intanto il ministro dell’Istruzione Giannini torna sul tema con una nota ufficiale dal titolo “Piano dell’offerta formativa” (Prot. n. 4321 del 06.07.2015). La fantomatica “teoria del gender” pervade il documento senza mai essere nominata.     
La circolare ribadisce ciò che è già noto, e cioè: «Le famiglie hanno il diritto, ma anche il dovere, di conoscere prima dell’iscrizione dei propri figli a scuola i contenuti del Piano dell’Offerta Formativa e, per la scuola secondaria, sottoscrivere formalmente il Patto educativo di corresponsabilità per condividere in maniera dettagliata diritti e doveri nel rapporto tra istituzione scolastica autonoma, studenti e famiglie».
Ma, mi chiedo perché Giannini non ha detto a chiare lettere che la “teoria del gender” non esiste, se non nella testa bigotta di chi vorrebbe impedire che nella scuola pubblica venga introdotto il dibattito sulla sessualità portando l’Italia fuori dai secoli bui dell’Inquisizione?

 Questa è una vera e propria caccia alle streghe, una allucinazione collettiva.
Si parla di violenza nei confronti della famiglia TRADIZIONALE.

 Ma quale violenza?
Davvero si ritiene che cercare di difendere i diritti di quanti non sono omologati nella concezione sessuale degli integralisti cattolici costituisca un pericolo per le persone etero? 


La vera violenza è quella più volte manifestatasi nelle scuole dove bambini e ragazzi gay senza colpa sono stati tormentati e seviziati dai loro compagni portandoli a volte al suicidio. Negli ultimi anni gli episodi di discriminazione sessuale a scuola sono aumentati: 100 mila – secondo le ultime stime – le vittime di “bullismo omofobico” solo nel 2014. Cifre e numeri che corrispondono ad altrettante persone. E a vicende che, spesso, restano private e la cui eco si esaurisce con una pubblica condanna del bullo di turno.

La vera violenza è quindi il bullismo di genere che va cancellato attraverso una sana educazione di rispetto di tutti e non una censura assurda.

La vera violenza è quella che ha ridotto in fin di vita un giovane su un tram scambiato da una banda di bulli per omosessuale: che razza di educazione avevano avuto costoro? 

  Per 31 anni, quale dirigente scolastica, ho sempre dichiarato, in tutte le assemblee pubbliche, che l’educazione che la “mia scuola statale” impartiva doveva rispondere alla Costituzione prima ancora che alle famiglie. Precisavo, infatti, nell’esporre i progetti trasversali alle discipline, che i ruoli della  scuola e della famiglia erano diversi.
 
Ogni genitore può rivendicare il diritto di educare il figlio come vuole", anche ad  esempio, insegnargli, se lo crede, che le donne vanno picchiate;  che le tasse vanno evase;  che gli stranieri vanno cacciati , che i rom vanno bruciati o che gli omosessuali vanno dileggiati o ghettizzati.        Lo può fare  entro le mura domestiche, assumendosi la responsabilità delle conseguenze della sua educazione.      

La scuola pubblica non può sottostare assolutamente a questo tipo di logicaLa scuola pubblica, democratica, laica, inclusiva, emancipante è, per sua stessa natura, pluralista: uno spazio comune e di tutti, in cui ciascuno deve poter vedere accolta e riconosciuta la propria specificità, nel rispetto di quelle altrui e nel rispetto della legalità e dei principi condivisi.
 I principi condivisi sono quelli che deduciamo dalla Costituzione.  
 
Essere omosessuale non è un reato; praticare bullismo contro gli omosessuali sì; emarginare un omosessuale significa non tener conto del principio di uguaglianza.

Chi ha lanciato questa campagna di allarmismo ingiustificato e di intolleranza verso i diversi e di sfiducia nella scuola PUBBLICA lo fa, in realtà,  per contrastare il diritto dei gay ad avere una legge che consenta loro una unione riconosciuta di tipo familiare come avviene in tutti i paesi del mondo civile.  Altrove, non in Europa, per i gay è prevista la pena di morte, l’arresto, l’esclusione dai pubblici uffici, la derisione e la gogna.

 Sta a NOI SCEGLIERE, se vogliamo vivere in uno stato democratico o in uno stato teocratico che nega diritti fondamentali a una parte dei propri cittadini

Donata Albiero

 
Per chi voglia approfondire
 
 Generazione e Speranza
 Sesso a scuola 
http://donataalbiero.blogspot.it/2014/05/sesso-scuola.html

Come insegnare a non uccidere le femmine 
http://donataalbiero.blogspot.it/2013/09/come-insegnare-non-uccidere-le-femmine.html

Al  lupo  Al lupo . A scuola c'è la teoria GENDER
http://donataalbiero.blogspot.it/2015/06/al-lupo-al-lupo-scuola-ce-la-teoria.html )


BLOG  vari  
Informazioni sugli studi di genere e l’educazione ai sentimenti e alla sessualità
http://www.intersexioni.it/link_educazione_2015/

 Vivalascuola. Il mondo ha bisogno di differenza 2014
https://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2014/04/07/vivalascuola-169/

Ancora sulle bufale sul gender 
http://libramenteblog.blogspot.it/2015/08/ancora-sulle-bufale-sul-gender-e-la.html