Visualizzazioni totali

lunedì 16 novembre 2015

RIVOLUZIONE BUONA SCUOLA , UN SOLO ASILO DA ZERO A SEI ANNI

Sistema integrato 0 – 6.  Poi si va in classe

Importanza scuola infanzia   
https://youtu.be/RZV-GTYtWkk
Davvero Buona Scuola?
Io temo per il futuro della scuola d’infanzia statale. 
  
Lo  Stato nel 1968 aveva  riconosciuto lo spessore culturale e pedagogico della scuola dell’infanzia emanando la legge n. 444, che istituiva  le scuole materne statali « con fini di educazione, di sviluppo della personalità infantile, di assistenza, di preparazione alla frequenza della scuola dell’obbligo, integrando l’opera della famiglia”         (Art 1).                               L’importanza della scuola dell’infanzia è stata chiaramente  espressa negli Orientamenti del 1969 e  del 1991, tanto che anche la   dicitura “scuola materna” cambiava in “scuola dell’infanzia”, sottolineando  la centralità del bambino nel processo educativo,   poi  ribadita nelle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’ infanzia e del primo ciclo di istruzione del 2004, 2007 e 2012.

Essa è «il primo segmento del percorso scolastico che concorre all’elevazione culturale, sociale ed economica del Paese», promuovendo nei bambini lo sviluppo dell’identità, dell’autonomia, della competenza, l’avvio alla cittadinanza.
Lo affermano le vigenti Indicazioni Nazionali per il curricolo della Scuola dell’Infanzia e del primo ciclo d’istruzione 2012 che ricordano «I bambini sono il nostro futuro e la ragione più profonda per conservare e migliorare la vita comune sul nostro pianeta. Sono espressione di un mondo complesso e inesauribile, di energie, potenzialità,    sorprese e anche di fragilità – che vanno conosciute, osservate e accompagnate con cura, studio, responsabilità e attesa. Sono portatori di speciali e inalienabili diritti, codificati internazionalmente, che la scuola per prima è chiamata a rispettare».

Su tali principi si è sviluppato il modello pedagogico ed organizzativo della scuola dell'infanzia statale, un’esperienza di qualità del nostro sistema scolastico.                                                                                                        
 Ne sono stata testimone, 
come direttrice didattica dal 1981al 2002 (nel vicentino), attivando, soprattutto con le scuole d’infanzia di Montecchio Maggiore che ho avuto l’onore di guidare dal 1989, importanti sperimentazioni nazionali e europee che ponevano la centralità della scuola d’infanzia nel percorso scolastico.  

Un percorso educativo e didattico con progetti importanti , vagliati  a livello nazionale: 
progetto europeo triennale sulla
educazione AFFETTIVO SESSUALE
progetti nazionali  ASCANIO e ALICE 
LOCUS e LOTUS  (inglese per i bambini dai tre ai sei anni),   
nonché  la messa in cantiere di forme di raccordo pedagogico, curricolare ed organizzativo nella direzione didattica  tra scuole dell’infanzia e scuola primaria,  mediante  diverse modalità operative (team integrati di docenti dei due livelli scolastici,  curricoli di lingua verticali , progetti comuni negli anni ponte,  ultimo infanzia prima elementare,  quali costruzione libri di favole, educazione ambientale, educazione alimentare)    

               Il progetto Ascanio (Attività Sperimentale Coordinata Avvio Nuovi Indirizzi Organizzativi), nato dall’esigenza di fornire la scuola dell’infanzia di un impianto organizzativo coerente con il progetto culturale previsto dagli Orientamenti, che ho coordinato per 4 anni in tutto il vicentino, con l’ispettore Gianantonio Lucca, ha indicato gli elementi essenziali del nuovo modo di essere della scuola dell’infanzia. La ricerca di più alti e intenzionali risultati formativi, la sollecitazione verso una sedimentazione diffusa di percorsi sperimentali, l’individuazione di soluzioni organizzative volte a tradurre il complessivo impianto progettuale sono stati i cambiamenti più significativi su cui faceva leva il progetto Ascanio e ben recepite dalle scuole di Montecchio e Bassano. Alcune acquisizioni di Ascanio sono orami diventate patrimonio della scuola dell’infanzia e la stagione dell’autonomia scolastica ha ancor più sottolineato la loro attualità (pensiamo al lavoro in team dei docenti, l’attenzione alla progettualità, alla documentazione, alla qualità degli aspetti organizzativi);

   il progetto Alice (Autonomia: un Laboratorio per l’Innovazione dei Contesti Educativi)  seguito da me per un solo anno in quanto poi , nel 2002,  a capo di altro ordine di scuola (secondaria con CTP),  si è caratterizzato come un itinerario di ricerca, formazione, documentazione, produzione di materiali intorno a quattro ambiti tematici strettamente connessi al processo di riforma della scuola italiana (ambito organizzativo, curricolare, professionale e quello di interazione con il territorio).  Alice ha puntato sulla partecipazione e sul protagonismo degli insegnanti nei processi di formazione in servizio consentendo loro di elaborare strategie per riflettere criticamente sul proprio operato e per acquisire attitudini e metodologie adeguate ad affrontare i problemi della scuola.

La storia non si azzera!
  
L’esperienza fu esaltante; divenni convinta sostenitrice delle generalizzazione e obbligatorietà della scuola d’infanzia statale nell’ultimo anno (5 anni), contro l’idea paventata dell’anticipo a cinque anni della scuola elementare che cominciava a ventilarsi nel dibattito alla fine degli anni ’90 (legge n. 30 del 10-2-2000 su riordino dei cicli).

Cosa sta succedendo ora?

La legge n 107 , del 13 luglio 2015,  cosiddetta “buona scuola”, ha riservato alla Scuola dell’Infanzia una delega in bianco per procedere all’istituzione di un “Servizio integrato di educazione e istruzione dalla nascita ai 6 anni”, costituito dai servizi educativi per l’Infanzia e dalle Scuole dell’Infanzia.
Personalmente vi colgo l’ennesimo intervento contrario ai principi informatori della scuola della Costituzione
Dalla lettura di detta legge si evince, infatti, una totale rivisitazione organizzativa e strutturale della Scuola dell’Infanzia Statale che, nell’unificazione tout court del segmento 0 -  6, pare dimenticare il percorso compiuto dalla scuola dell’infanzia statale, di cui ho accennato sopra, che mi ha visto come capo di istituto coinvolta.  
Un percorso che ha fatto assurgere la scuola dell’infanzia a scuola inserita a pieno titolo nel sistema d’istruzione, scuola gratuita, con l’assoluta scomparsa di qualsiasi tratto assistenzialistico e con la puntuale definizione dei livelli essenziali del curricolo, della definizione dei titoli di studio per l’accesso a tale insegnamento…

 Rispetto a queste conquiste la delega della L.107/15 arretra e rimette in primo piano finalità legate alla custodia dei figli rispetto ai tempi di lavoro dei genitori.                                  
Il comma 181 e) pone infatti fra le prime finalità la conciliazione tra tempi di vita, di cura e di lavoro dei genitori, mettendo in secondo piano la centralità del bambino. E propone una “compartecipazione delle famiglie utenti del servizio alle spese per la scuola dell’infanzia.

Due ipotesi che vanno con forza respinte: la scuola dell’infanzia ha al centro il bambino, non i bisogni del mondo del lavoro ed è e deve rimanere gratuita.

Ho perciò firmato la petizione on line di AND (Associazione Nazionale Docenti) in cui mi riconosco quasi completamente.                                                       
       Occorre rimettere al centro del dibattito la scuola dell’infanzia, con l’obiettivo di potenziarla e non di impoverirla.                                                       Anche il rapporto Ocse pubblicato il 12 Settembre 2012 ribadisce la necessità di potenziare la scuola dell’infanzia, invitando il Governo ad aumentare gli investimenti. Dall’indagine in questione emerge che tale scuola ha elevati livelli di frequenza (97% per i bambini di 4 anni). L’autonomia organizzativa regolamentata dal DPR 275/99 riguarda anche la scuola dell’infanzia e non vedo perché essa debba ricevere un trattamento diverso.

Bene se si generalizzano i Nidi e le Scuole dell’Infanzia, sotto l’egida dello Stato, per una formazione unitaria statale 0-14 anni; male malissimo se si scinde la Scuola dell’Infanzia Statale dal connubio Infanzia-Primaria-Secondaria.

Per me,  come per moltissimi cittadini e docenti delle Scuole Statali Italiane, il sistema integrato di educazione e istruzione 0-6 anni “non s’ha da fare”!  


Donata Albiero                               15 novembre 2015 



P.S
Mi presento 
Generazione speranza 
http://donataalbiero.blogspot.it/2012/08/bambini-ragazzi-giovani-soggetti-attivi.html