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giovedì 12 gennaio 2017

APPRENDERE TRA SCUOLA E TERRITORIO IL CAMBIAMENTO CLIMATICO

PER UNA NUOVA RESPONSABILITA’ EDUCATIVA

Il cambiamento climatico spiegato ai bambini  https://youtu.be/Hkk9zKiR1_o
La crisi climatica ha messo in primo piano l’ineluttabilità dell’interdipendenza globale nel mondo contemporaneo: le scelte economiche ed energetiche di un paese, così come i problemi ambientali, sono interconnessi a quelli di altre parti del Pianeta.
 Dobbiamo partire da qui per capire di quali strumenti abbiano bisogno i ragazzi ma anche gli adulti per orientarsi nel mondo locale e globale, visto che hanno esperienze dirette del mondo intero perché lo conoscono di persona (viaggi, scambi …), perché il mondo sul web si è rimpicciolito, perché ce l’hanno sotto casa, visto l’aumento di popoli e culture diverse che abitano i nostri territori (Legambiente).
 La dimensione globale è presente ogni giorno nei nostri territori, come flusso continuo di informazioni, stili di vita omologati, come fenomeni che trovano in essi il luogo dove scoppiano le contraddizioni di alcuni processi planetari (la immigrazione e i cambiamenti climatici ad es) , che non conoscono confini geografici o amministrativi.
Saranno i poveri del mondo a pagare il prezzo più salato del cambiamento 
del clima (si stima 175 milioni di bambini a rischio nei prossimi 10 anni solo in Asia e in Africa) se non si interviene.
La sfida è enorme, richiede una risposta urgente da tutte le generazioni; i bambini, i ragazzi, i giovani che erediteranno la terra sono le ultime persone che dovrebbero essere escluse e vanno investite con la partecipazione.  

Purtroppo, in Italia nessun partito politico (se non alcune esigue minoranze) menziona il cambiamento climatico nei suoi programmi
Eppure, la questione preoccupa gli italiani.
Una indagine Gfk-Wwf, del marzo 2016 svela che oltre 85% pronto a nuovi stili di vita. Insieme ai dati già citati, l’indagine GfK ha poi rilevato che alla domanda su chi sia più impegnato attualmente contro il cambiamento climatico, non c’è da sorprendersi che la maggioranza (61%) risponda “le associazioni ambientaliste”. 
Al secondo posto, ma con poco più della metà dei consensi (36%) l’Unione Europea, mentre il Governo italiano e le grandi imprese sono considerati molto meno credibili (intorno al 15%), poco più delle imprese petrolifere multinazionali (13%).

Connesso al cambiamento climatico            è quanto succede nella gestione  spregiudicata della Terra e del territorio: lo sappiamo bene nell’Ovest vicentino. Abusivismi che provocano alluvioni, inquinamento dei suoli, emergenze rifiuti, malattie dovute alla dispersione di sostanze inquinanti, inefficienze nella gestione del territorio. Ma le leggi e gli obblighi amministrativi non sono veramente efficaci per affrontare i grandi temi ambientali. 
Costringere, sorvegliare, punire non basta per stimolare comportamenti virtuosi da parte degli italiani.                                        
Non c’è che una ricetta.
 Investiamo nella Scuola.  
A dire il vero, nel 2009 c’è stato un progetto coordinato tra Ministero dell’Ambiente e Ministero dell’Istruzione, con tanto di faldone di ‘linee guida’, per introdurre l’insegnamento nelle scuole. Da allora, contenuti di base come trattamento dei rifiuti ed energia sono entrati nei testi e nei programmi degli insegnamenti di Scienze e Geografia. Ma si tratta di ‘conoscenze’ tecniche, inserite all’interno di altre materie, informazioni quindi, non un percorso continuativo, né vera e propria ‘formazione ’ ad un corretto rapporto con l'Ambiente. 
   L’ho già denunciato in altri post e lo ribadisco qui, ora.                    



Non continuiamo solo con i progetti extrascolastici (li conosco bene), affidati alla iniziativa di docenti più o meno sensibili o e\o promossi dai vari dirigenti che ci credono.  
Nonostante gli annunci ministeriali, l’Educazione Ambientale nella Scuola italiana è ridotta, anche nella cosiddetta Buona (!?) Scuola, a flash (anche l’EXPO lo è stato), spot, il minimo sindacale di una doverosa informazione ambientale per i giovani.  
 Non sono incisivi per cambiare stili di vita. 
                 
C’è un rapporto tra la vita reale dei cittadini e le conseguenze del disastro ambientale locale e globale.
Localmente (Ovest del Vicentino) subiamo il peggioramento rapido della salute del cittadino provocato dall’agricoltura chimica (pesticidi, diserbanti), dal cibo spazzatura, dall’aumento costante dei rifiuti, dall’inquinamento dei corsi d’acqua (PFAS nel Veneto), dall’aria che respiriamo.  
Globalmente, l’uso della energia fossile è direttamente e\o indirettamente responsabile dei conflitti, sempre più numerosi, del terrorismo, del riscaldamento del globo e delle grandi migrazioni.
 Sono aspetti che ormai toccano la nostra vita quotidiana nei confronti dei quali non è più sufficiente la semplice conoscenza ma necessitano di un processo formativo permanente in cui la scuola deve essere chiamata in causa, per dare ai giovani capacità critica e possibilità di opporsi al degrado generale, di partecipare, in primo luogo con la modifica degli stili di vita, a una necessaria inversione di tendenza.   

 La  formazione scolastica sui temi dell'ambiente  deve diventare perciò una
prosecuzione ideale dell’educazione civica , contribuendo  a sviluppare nei giovani il senso di partecipazione alla comunità insediata sul territorio,  ponendosi  come possibile vettore di un'idea di cittadinanza positiva,  allargando  i propri orizzonti,  entrando in relazione con l'altro,  comprendendo  di appartenere ad un "mondo comune" .
   Oggi sappiamo che questo mondo non dispone di risorse infinite, e perciò il senso di appartenenza comune induce anche la consapevolezza del limite dello sviluppo, al concetto positivo della decrescita.

Ripeto, la nuova educazione civico-ambientale deve insegnare a prendersi cura del nostro territorio e del nostro mondo, per renderlo più accogliente e solidale, più "umano" per l'oggi e per il domani, più equo per le future generazioni
Adottiamo insieme la cultura del benessere investendo beni comuni, servizi, spazi sociali, scuole, lottando contro gli sprechi e gli abusi, monitorando con serietà il percorso e gli esiti, con il concorso e l’intervento attivo degli studenti e delle famiglie.  
                                  
  La speranza è che, insieme, cittadini associazioni, scuole, comuni (vedasi 
Il Patto dei Sindaci  http://www.ilcambiamento.it/articoli/il-patto-dei-sindaci-per-una-vera-rivoluzione-energetica-dal-basso  ) 
possiamo costruire il ponte fra il mondo che abbiamo e il mondo che auspichiamo, basato su un’economia della sobrietà e della valorizzazione dell’essenziale, delle relazioni e della cooperazione.   

Donata Albiero 

P.S. 

NON E' UNA BUONA SCUOLA SENZA L'EDUCAZIONE ALL'AMBIENTE 
http://donataalbiero.blogspot.it/2016/09/non-e-una-buona-scuola-senza.html

IMPATTO DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO 
http://www.eea.europa.eu/publications/climate-change-impacts-and-vulnerability-2016

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